Impianto Poschiavino - Villa di Tirano

Impianto idroelettrico localizzato sulla riva orografica destra del fiume Adda in prossimità dell’affluente Poschiavino nel Comune di Villa di Tirano in Provincia di Sondrio. Sfrutta le acque dell’omonimo torrente, provenienti dal canale di restituzione della centrale Enel Green Power.

L’opera di presa, di modeste dimensioni e completamente interrata, è costituita da un raccordo ad imbuto in grado di convogliare le acque del canale di scarico alla condotta forzata. Quest’ultima, anch’essa interrata, è realizzata in elementi scatolari di calcestruzzo armato prefabbricati con dimensioni 2500 x 2500 mm rivestiti internamente in liner; si sviluppa in fregio all’arginatura del Torrente Poschiavino per 1092 m con una pendenza costante di 0,638% e una portata massima derivabile di 9500 l/s.

L’edificio centrale, con il relativo canale di scarico, risulta parzialmente interrato. Particolare cura è comunque stata riservata all’aspetto architettonico delle parti fuori terra del fabbricato, sviluppato in due volumi principali: uno dalla forma semicircolare dove hanno trovato collocazione i trasformatori e il locale comandi e l’altro a pianta quadrata che ospita la sala macchine e le parti elettromeccaniche.
Il gruppo generatore è costituito da una turbina del tipo “Kaplan” ad asse verticale, montata a sbalzo, che produce mediamente, con un salto nominale di 12,62 m, 4 Mw/annui.
Particolarità di questo impianto è la presenza di una torre piezometrica, in aderenza all’edificio centrale, avente lo scopo di “vaso di espansione”. Tale struttura, realizzata totalmente in cemento armato a vista, ha un dimensione in pianta di 6,20 x 5,05 m e risulta avere un’altezza complessiva fuori terra di 9,75m.

Particolare impegno è stato profuso, sia in fase di progettazione che di esecuzione, nella posa della condotta forzata, in particolar modo in corrispondenza della sede ferroviaria (tratta Sondrio – Tirano), dove si è resa necessaria la realizzazione di un manufatto a pie d’opera e l’utilizzo della tecnica “spingi tubo” necessaria a posizionare la condotta al disotto della linea ferroviaria.
Particolare attenzione è stata richiesta anche per i lavori di realizzazione del canale di restituzione delle acque turbinate; è stato infatti necessario erigere un tratto di arginatura provvisionale in c.a. in quanto si operava in prossimità del fiume Adda ad una quota inferiore di quella dell’alveo.
Altra particolarità dell’impianto è la copertura dell’edificio centrale, realizzata in carpenteria metallica e totalmente amovibile al fine di permettere il montaggio e l’eventuale rimozione di tutte le apparecchiature meccaniche.